

Buongiorno cari amici!
Nell'inghilterra dell'Ottocento la Miltonia era una delle più popolari piante da salotto e vi cresceva molto bene, incredibile ma vero, perché all'epoca l'uso del riscaldamento era santuario.
Col tempo è stata considerata una pianta difficile da coltivare perché non se ne conoscevano bene le esigenze microclimatiche ed il calendario biologico; oggi sappiamo che la causa principale dei fallimenti è il clima molto caldo, protratto per lungo tempo.
Le specie spontanee, circa 15, sono epifite e originarie delle nebbiose foreste delle montagne del Centro e Sud America, dal Costa Rica alle Ande peruviane e soprattutto in Colombia. Prediligono altezze dai 300 ai 2100 m sul livello del mare, zone dove si alternano lunghi periodi umidi e freddi ed altri caratterizzati da moderate temperature, soprattutto notturne (mai superiori ai 15°C).
Le specie spontanee rimangono "difficili" da coltivare poiché hanno esigenze ambientali diverse, in relazione all'altitudine della loro zona di origine. Per gli ibridi oggi in commercio, invece, il microclima ideale è ben definito e, se rispettato, si avranno piante da esposizione!
Rimangono fioriti per un paio di mesi e , a differenza di molte altre orchidee, possono fiorire due volte all'anno. Anche la pianta ha un portamento gradevole, e leggera come aspetto e soprattutto ha dimensioni contenute tanto da adattarsi a qualsiasi davanzale.
I livelli ottimali della temperatura oscillano dai 15 ai 24 °C e la massima diurna è di 27 °C ma è tollerata solo per brevi periodi. L'ombra e la ventilazione possono contribuire ad ottimizzare l'ambiente in estate.

Consiglio di rinvasare la Miltonia ogni due- tre anni, dopo la fioritura, quando i nuovi germogli hanno raggiunto i 4- 8 cm di lunghezza. In primavera o in autunno, mai durante l'estate.
Dovranno essere asportati il vecchio substrato, le radici morte e gli pseudobulbi ormai esauriti. Qualora si intenda dividere la pianta, per non perdere la fioritura è bene mantenere in ogni porzione almeno un apice e 3- 4 pseudobulbi.
Come substrato, oltre alla tradizionale osmunda ormai introvabile, possono essere utilizzati miscugli di torba di sfagno grossolana e perlite o un mix di corteccia, polistirolo e gomma- piuma nel rapporto in volume 72: 10: 20.
Per quanto riguarda l'irrigazione il substrato deve mantenersi sempre umido, soprattutto in estate e per le piante giovani. Con il bark, o corteccia, è necessario intervenire anche 2 - 3 volte alla settimana, di mattina, bagnando anche le foglie ed usando acqua non calcarea.
È preferibile l'acqua piovana per la sua bassa salinità ma attenzione alle eventuali sostanze inquinanti disciolte, quali piombo e zinco.
