Il linguaggio dei Fiori

La Primula, come è noto è il simbolo della primavera ma, allo stesso tempo rappresenta la speranza, l’innocenza, l’allegria e la giovinezza. I fiori in genere, dicono più di mille parole! Perché hanno il loro linguaggio attraverso il quale vengono espressi sentimenti e pensieri.

Il “linguaggio floreale vittoriano” è forse quello più “riuscito” che, destino della sorte, non fu creato in Europa, tuttavia, ma fu reso famoso dalla signora inglese Mary Wortley Montague (1689-1762).

Nel 1718, la signora inglese si trovava a Costantinopoli, l’odierna Istanbul accompagnò suo marito, che era stato inviato come ambasciatore alla corte ottomana. Nelle lettere raccontava alla famiglia e agli amici a casa delle sue numerose esperienze e osservazioni del paese straniero e anche del linguaggio dei fiori.

Come donna ha avuto accesso all’harem in cui vivevano le mogli del sultano, e conobbe il “Selamlik“, tradotto significa “lingua dei fiori”. Le signore dell’harem, con l’aiuto di vari tipi di fiori dai svariati colori, il linguaggio dei fiori, che usavano per restare in contatto con il mondo esterno.

I fiori divennero così un mezzo di comunicazione segreto. Dopo che Lady Mary Wortley Montague scrisse nelle sue lettere del linguaggio dei fiori, questi ultimi furono sempre più usati anche in Europa come mezzo di comunicazione non verbale, linguaggio che, veniva usato principalmente dagli amanti per esprimere sentimenti e desideri.

Tuttavia, la storia del linguaggio dei fiori risale a molto prima del XVIII secolo, nell’antica Cina, più precisamente durante la dinastia Song (960-1279), ad alcune piante veniva assegnato un certo significato. A quel tempo, ad esempio, il salice piangente era un simbolo dell’inizio della primavera, il fiore di loto era un simbolo di purezza e perfezione.

Il primo libro sul linguaggio dei fiori non è venuto dall’Inghilterra o dalla Cina, come ora sarebbe ovvio, ma dalla Francia e precisamente a Charlotte de Latour.

Il Croco, oltre al Bucaneve, è uno dei primi araldi della primavera. A lui viene associata la speranza e la gioia di vivere. La Primula; “Dammi la chiave del tuo Cuore”. Chiunque regalerà Ranucoli sarà un complimento speciale chi li riceverà. L’Anemone è associato alla speranza e alla sincerità. Alla Margherita ne sono stati attribuiti diversi significati, e non poteva essere altrimenti, forza irrefrenabile, purezza, amore e costanza. Hai Muscari aspetta il messaggio che viene collegato non al fiore in se ma al suo colore blu, lealtà e desiderio. Nella cultura giapponese, la Camelia non è solo un segno dell’inizio della primavera, ma è anche sinonimo di ammirazione, devozione a lungo termine e amore restituito. Tuttavia, il significato del fiore cambia con il suo colore. Le camelie rosse simboleggiano l’amore e il desiderio, le bianche significa purezza.

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