

Da questa pianta minuta spontanea sono state ricavate le numerosissime varietà coltivate che tutti conosciamo e consumiamo: insalate come il cicorino, la scarola, l'indivia, l'insalata belga e i radicchi (rosso, verde e variegato), e ortaggi quali la cicoria (dalle grandi foglie incise di colore verde scuro), la catalogna e le romane". puntarelle".
Tutte accomunate da un tratto, presente nella capostipite selvatica: il gusto gradevolmente amarognolo (legato alla presenza dell'intibina), che è indice di un'azione benefica per il fegato, atta a combattere l'insufficienza epatica e biliare.
Ma la cicoria selvatica a moltissime altre proprietà: è aperitiva, digestiva, diuretica e disintossicante.
Inoltre, grazie all'alto contenuto di vitamine sali minerali, ricostituente ed energetica; ma non è finita: l'ingente quantità di ferro e clorofilla la rende antianemica; mentre le mucillagini e le fibre ne fanno un emolliente delle mucose e della cute irritate, ma anche una rinfrescante un delicato lassativo.
Infine, la cicoria selvatica è molto indicata per i diabetici, grazie allo zucchero che contiene: l'innocua inulina.

Coltivarla è semplicissimo, a patto di riuscire a reperirne le sementi, raramente in vendita. La soluzione migliore è raccogliere i capolini spontanei appena dopo la maturazione degli acheni (semi).
In primavera poi i semi vanno sparsi su un terreno ben drenato e soleggiato, oppure in vaso. La cicoria selvatica va bagnata poco e non necessita di concimazione.
Se poi la si vuole riseminare l'anno successivo, basta lasciare andare a seme alcuni capolini.

