

Buongiorno cari amici da Andrea
Tra le piante più diffuse e ammirate, il glicine richiede qualche attenzione per poter attecchire e svilupparsi in tutta la sua bellezza. Possiamo anche acquistarlo in queste settimane e piantarlo nel nostro giardino al sole.
Se guardiamo un pergolato traboccante di glicine fiorito, è impossibile non pensare all’Oriente. E la nostra è una giusta associazione perché le piante più belle sono proprio originarie della Cina e del Giappone.
Le specie americane non hanno retto il confronto con le cugine asiatiche e sono state presto soppiantate.
Quanto al nome, c’è chi dice “il glicine”, mentre altri “la glicine”; pochissimi sanno che il suo vero nome botanico è Wistaria (ma alcuni di quei pochissimi dicono invece Wisteria).
Un tempo i botanici avevano erroneamente attribuito le Wistaria al genere Glycina (glykys in greco significa dolce), forse proprio per via della fragranza delle sue fioriture.
Un profumo che le giardiniere-botaniche inglesi Wilson & Bell definiscono, riferendosi alla specie “sinensis”, come “qualcosa tra il miele e il lillà... e poi per il resto soltanto se stesso”.
Comunque lo si voglia chiamare, il glicine è certamente tra le piante più belle a cui possiamo aspirare in un giardino, motivo di giusto orgoglio, anche se il suo mantenimento può dare luogo a qualche piccola preoccupazione, specialmente nei primi anni, quando la pianta va “impostata”.

Il glicine è una pianta molto rustica, di grande adattabilità, ma richiede, nei primi anni, un po’ di attenzioni.
Possiamo acquistarlo in queste settimane e metterlo direttamente in piena terra. Acquistiamo un soggetto giovane, anche in fiore: avrà comunque una crescita veloce, specialmente nei primi anni.
● Facciamo una buca larga 50 cm e profonda più del vaso in cui acquistiamo la pianta.
● La sua posizione migliore è in pieno sole. Contrariamente ad altre rampicanti non teme per il sole diretto sul piede.
● Si riempie la buca di impianto con il terriccio estratto e ripulito da sassi e radici e mescolato con abbondante letame maturo e concime minerale.
● Annaffiamo abbondantemente per facilitare l'attecchimento. Per i primi due anni dobbiamo curare che il terreno conservi un poco di umidità, intervenendo in caso di siccità con irrigazioni abbondanti.
● Predisponiamo un tutore, una grata o qualcosa su cui il glicine possa arrampicarsi. Non usiamo pali di ferro, perché col tempo la pianta potrebbe piegarli.
● Indirizziamo il fusto o i fusti legandoli inizialmente perché la pianta cresca nella direzione desiderata. Rinnoviamo i legacci a ogni stagione seguendo la crescita della pianta.
● Potiamo in inverno e in estate per indurre la pianta a svilupparsi nel modo desiderato e per rinvigorirla dopo la fioritura.
● Concimiamo a primavera con un fertilizzante minerale completo di azoto, fosforo e potassio, specialmente per i primi anni. Quando la pianta è adulta e ben attecchita giova della maggiore presenza di fosforo.


Vuoi saperne di più?
Il glicine può essere considerato, pur nella sua rusticità e adattabilità, una pianta difficile. Non ama essere trapiantata e, una volta messa a dimora, non dobbiamo spostar-
la, pena l’arresto della crescita.
Il problema è che le sue radici sono tanto forti da smuovere qualsiasi pavimentazione; va dunque messa lontano dall’abitazione e da costruzioni di qualsiasi tipo.
In secondo luogo richiede due potature all’anno, una invernale, fondamentale per indirizzare la linfa verso i rami “portanti”, e una estiva, di contenimento e irrobustimento.
Niente di trascendentale, ma certa- mente da affrontare con la dovuta attenzione.
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